Cookie Consent by Free Privacy Policy website Melitea: una storia tutta italiana per liberare la parola
febbraio 17, 2022 - melitea

Melitea: una storia tutta italiana per liberare la parola

San Pietro di Legnago (Verona), 17 febbraio 2022. Durante questa fase di emergenza mondiale causata dalla pandemia il ricorso a dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie è indispensabile per la salute personale e quella della collettività. Ideata e costruita interamente in Italia, Melitea è nata per restituire la libertà di comunicazione a tutti coloro che non possono fare a meno della lettura labiale per necessità o per professione. Melitea è stata pensata per i non udenti, per l’uso in ambiente medico, scolastico e pubblico ma anche per tutti coloro che desiderano il massimo della sicurezza e della praticità per sé e per i propri cari rispettando la sostenibilità ambientale.

Alta tecnologia made in Italy

Melitea non è una comune mascherina usa e getta, è riutilizzabile centinaia di volte, per l’impiego quotidiano è sufficiente un semplice risciacquo con acqua calda e sostituire il filtro che, venti volte più piccolo di una mascherina FFP2, è amico dell’ambiente perché riducendo al minimo la componente monouso contiene l’energia necessaria alla produzione, le emissioni e la quantità di rifiuti da smaltire. I materiali di cui è composta sono tutti antibatterici, anallergici e certificati FDA mentre la finestra anti-fog in policarbonato rimane trasparente quando si parla e si respira. Grazie alle sue innovative caratteristiche tecniche Melitea è classificata con certificazione europea come dispositivo medico tipo IIR (livello di protezione richiesto nelle sale operatorie secondo normativa UNI EN 14683:2019) e quindi utilizzabile in ambito ospedaliero con disinfezione in autoclave. Per una protezione ottimale è necessario che la mascherina segua perfettamente i contorni del viso ma la presenza della barba, ad esempio, impedisce alle normali mascherine chirurgiche o FFP2 di aderire completamente, vanificando la loro efficacia. Melitea, grazie alla sua forma, aderendo perfettamente al viso minimizza gli spazi tra pelle e mascherina dove potrebbe passare aria non filtrata, mantiene la propria funzionalità protettiva anche se indossata da chi ha la barba folta e, per la felicità di molti, gli occhiali non si appannano. Tuttavia, poiché spesso non è semplice comprendere quale sia l’efficacia dei filtranti facciali, è necessario ricordare che al contrario delle mascherine FFP1, FFP2, FFP3 che sono progettate per proteggere chi le indossa da polveri, aerosol e particelle, i dispositivi medici nascono con lo scopo di isolare dalle goccioline di aerosol provenienti dalle secrezioni delle mucose orali e nasali e si suddividono in funzione della loro capacità filtrante in tipo I (che proteggono l’ambiente esterno dall’utilizzatore come le “mascherine chirurgiche” che abbiamo imparato a conoscere) e II, mentre solo i dispositivi filtranti di tipo II contrassegnati con la lettera “R” (Tipo IIR), hanno la capacità certificata di resistere agli spruzzi (sangue: 80 ml.  a 120 mmHg). Va sottolineato che mentre le mascherine FFP2 filtrano il 94% di particelle di 6 micron i filtri speciali di cui è dotata Melitea bloccano il 98% di particelle e batteri fino a 3 micron. Il risultato si riassume in una maggior sicurezza, praticità, durata e sensibilità ambientale rispetto alle mascherine usa e getta di tipo FFP2. Inoltre, considerando che tutte le mascherine riutilizzabili comportano una spesa maggiore rispetto a una comune mascherina usa e getta, nel caso di Melitea è anche possibile economizzare: se si somma il costo iniziale della maschera a quello dei filtri si risparmia oltre il 20% rispetto all’uso quotidiano per un anno delle mascherine FFP2 (€ 0,75 al pezzo).

La nascita di #Melitea, un circolo virtuoso unisce Nord e Sud

A fine marzo 2020, in pieno lockdown, – racconta la dr.ssa Simonetta Soave, Presidente di C.E.L. S.p.A. - ho visto su Facebook un appello dell’associazione siracusana Sicilia Turismo per Tutti che richiamava l’attenzione sulla necessità di un nuovo tipo di mascherina che permettesse la lettura labiale, per le persone non udenti metodo fondamentale per restare in contatto col mondo. Mi è sembrata una richiesta importante dal punto di vista etico e #sociale e così, dopo essermi confrontata con la presidente dell’associazione Bernadette Lo Bianco e con Antonella Dimoli, interprete della lingua dei segni e assistente alla comunicazione, in aprile abbiamo deciso di dare il via al progetto di una mascherina con specifiche tecniche che consentissero la lettura labiale, dotata di filtri ridotti al minimo, riutilizzabile e rispettosa verso l’ambiente.  Il nostro obiettivo era creare un nuovo concetto di mascherina che potesse alleviare il disagio dei non udenti e degli operatori sanitari, pertanto i nostri sforzi si sono concentrati sul massimo della funzionalità e non solo su un design accattivante. All’alta criticità tecnologica del progetto, per noi completamente nuovo, si sono aggiunti non pochi ostacoli: la situazione di emergenza ha reso molto laborioso il reperimento dei materiali adatti e le continue modifiche alle specifiche necessarie per un prodotto conforme alle direttive hanno richiesto la certificazione dei prototipi per ben tre volte allungando non poco i tempi. I nostri sforzi infine sono stati premiati e a fine dicembre 2021 Melitea era finalmente allineata alle rigorose normative europee.” 

“Per i sordi le attuali mascherine rappresentano una barriera per la comunicazione perché rendono impossibile la lettura del labiale, tecnica fondamentale che consente loro di comprendere le persone udenti quando parlano.” - spiega Bernadette Lo Biancopresidente dell’associazione Sicilia Turismo per Tutti - “A causa dell’emergenza sanitaria le mascherine di protezione saranno nostre compagne di vita chissà per quanto tempo, in ogni settore della vita quotidiana (scuole, università, ospedali, RSA, farmacie, uffici pubblici, supermercati, negozi in genere, nel turismo ecc.). Si rende quindi necessaria la commercializzazione di sistemi di protezione (mascherine) trasparenti, che si auspica vengano indossate da tutti, per consentire alle persone sorde di leggere il labiale di chi parla. Fra l’altro, questi ausili garantirebbero anche la facile riconoscibilità di ogni persona, escludendo il pericolo del travisamento”.

Fin dall’inizio del lockdown ho ricevuto richieste da parte di ospedali, scuole, enti pubblici e dal settore turistico per un dispositivo personale di protezione trasparente – sottolinea Antonella Dimoli, messinese e interprete della lingua dei segniin quanto le mascherine chirurgiche e FFP2 impedivano ai non udenti la lettura labiale rendendo impossibile la disambiguazione con l’interlocutore. Siamo state contattate anche dall’Ospedale di Codogno e ci rendemmo subito conto che non sarebbe bastato dotare di finestra trasparente le maschere FFP2 per uso in ambiente medico/sanitario. Occorreva una mascherina progettata specificatamente per abbattere le barriere sensoriali causate dal dover coprire gran parte del viso permettendo la comunicazione non verbale e che fosse al contempo adatta per tutte quelle professioni (logopedisti, insegnanti, pediatri, geriatri, etc.) dove l‘espressività facciale, che rappresenta la grammatica nella lingua dei segni, è indispensabile per interagire con i pazienti. Pensare quindi che servano solo ai non udenti è un messaggio sbagliato, in realtà è una soluzione che riguarda tutti. Siamo liete che il nostro appello sia stato raccolto dalla dr.ssa Soave e, dopo averla testata con esito positivo, sono certa che Melitea possa portare un contributo importante alla soluzione del problema.”